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A Genova il 25 Maggio il Convegno dedicato al trasporto pubblico
Coordinerà la 2° sessione dell’evento Anna Donati, presentando il volume “Muoversi in città”.
Mercoledì 25 Maggio 2016, si terrà a Genova, presso la “Sala delle Grida” di Palazzo della Borsa la settima edizione del convegno TPL-PEG, dedicato alla “Programmazione, esercizio e gestione di reti di trasporto pubblico di interesse regionale e locale: esperienze europee a confronto”. L’evento è organizzato dal DITEN (Dipartimento della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova) e dal CIRT (Centro di Ricerca dei Trasporti).
La Scuola Politecnica di Ingegneria ed Architettura organizza il convegno incentrato sui temi dell’innovazione tecnologica per lo sviluppo della mobilità su scala regionale. Il programma del convegno prevede una prima sessione dedicata alla tecnologia e al materiale rotabile per i sistemi su ferro, di interesse regionale, metropolitano ed urbano.
L’Assessore ai Trasporti della Regione Liguria, Giovanni Berrino, introdurrà l’evento, durante il quale ci saranno dibattiti ed interventi di esponenti illustri del settore. La seconda sessione, dedicata agli autobus elettrici ed urbani e alle linee delle reti TPL, sarà coordinata da Anna Donati, del Gruppo Mobilità Kyoto Club che presenterà il volume “Muoversi in città. Esperienze e idee per la mobilità nuova in Italia”. Tra i soggetti promotori si segnalano il CIFI (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani), l’AMT di Genova, l’Ordine degli Architetti della Provincia di Genova, e l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova.
Il contributo di Anna Donati sull’e-book “Sbilanciamo le città”
Il capitolo 11 di Anna Donati, del Gruppo di Lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club, è dedicato al tema dei trasporti.
Quando si interrogano i cittadini sui principali problemi da risolvere da parte delle Amministrazioni comunali, tra i primi posti ci sono sempre il traffico e l’inquinamento atmosferico. Esistono dati e statistiche complessive che lo dimostrano. Va ricordato che il 26% delle emissioni di CO2 in Italia deriva dai trasporti (in larga parte quello stradale).
Altro indicatore negativo deriva dalla qualità dell’aria, dove dal rilevamento delle centraline il superamento dei limiti imposti dalle norme è costante. Secondo il Rapporto Mal’Aria di città 2016 di Legambiente, nel 2015 su 90 città il Pm10 è stato superato da ben 48 città e tra queste troviamo Milano, Torino, Roma e Napoli. Certo, le fonti di inquinamento sono molteplici, ma secondo i dati IsprAmbiente il trasporto stradale nelle aree urbane pesa per oltre il 50% per diversi inquinamenti come l’ossido di azoto, il monossido di carbonio e il benzene.
Altri dati ci confermano questo squilibrio: l’indice di motorizzazione elevato con 61 auto ogni 100 abitanti (media europea 47.7) e le diverse modalità di trasporto utilizzate dai cittadini ogni giorno. Secondo i dati Isfort, nelle grandi città in media il 23,5% utilizza i mezzi pubblici, un altro 23% va a piedi e in bicicletta, mentre il 53,5% usa un mezzo motorizzato. Se ampliamo la scala alle città metropolitane questi dati peggiorano sensibilmente: il 17,9 % usa il trasporto pubblico, il 19,9% va a piedi e in bici e ben il 62,2% in auto e moto. Segno che è alla scala vasta che i servizi di trasporto collettivo si diradano e cresce l’uso dell’auto come effetto dell’estensione della città e dei capannoni.
Molto interessanti sono i dati sui chilometri percorsi ogni giorno per studio e lavoro. Secondo i dati Istat 2011 il 24% non fa più di due km, il 22% non supera i 5 km, il 40% percorre tra 6 e 20 km, il 15% si sposta per oltre 20 km. Questo è rilevante perché significa che c’è spazio per la bicicletta e gli spostamenti a piedi. Da questi primi dati si comprende che il problema in Italia è la carenza di servizi di trasporto collettivo, un uso massiccio dell’auto, uno scarso uso della bicicletta e una quota modesta di spostamenti a piedi.
Basta fare qualche confronto con le grandi capitali europee per non avere dubbi. Ad Amsterdam il 22% va in bici, il 20% cammina, il trasporto collettivo assorbe un altro 20% e il 38% usa l’auto. A Berlino invece il 26% usa il trasporto collettivo, il 31% usa l’auto, il 13% pedala e ben il 30% va a piedi. A Parigi il 47% si muove a piedi e solo il 17% usa l’auto. Anche in Italia a partire dal 1991, a seguito del primo provvedimento antismog che paralizzò il traffico nelle grandi città, sono state decise e realizzate diverse misure e provvedimenti. Sono stati adottati – soprattutto al Centro-Nord – i Piani urbani del traffico, istituite Zone a traffico limitato nelle aree centrali, installati varchi telematici di controllo, create piazze e percorsi pedonali.
Per il trasporto pubblico ci sono luci e ombre. Infatti, le nuove reti metropolitane sono cresciute a Milano, Roma, Napoli, Torino, Brescia, Genova, Salerno, Catania, ma rispetto al resto d’Europa scontiamo ancora un deficit di -58% di reti in servizio. Per le reti tranviarie va anche peggio, perché le altre città europee in media hanno un 68% in più di reti tranviarie, nonostante che negli ultimi 15 anni siano stati realizzati 55 km di nuove reti tranviarie in Italia nelle città medie. Mancano treni, autobus e tram per il trasporto urbano e pendolare, come documenta ogni anno il Rapporto Pendolaria di Legambiente. Dal 2010 al 2015 le risorse per il trasporto pubblico sono state tagliate da 6.2 miliardi a 4.8 miliardi di euro di contributi annuali e il taglio dei servizi in particolare nelle regioni del Mezzogiorno è stato pesante. Ma anche le grandi città non sono più riuscite a fronteggiare (tranne qualche eccezione come Milano) la domanda in crescita di trasporto urbano.
Maggiori informazioni: Sbilanciamoci.info
Leggi il Capitolo 11 (pdf) di Anna Donati
Scarica qui l’e-book Sbilanciamo le città (pdf web)
(Photo Credit: Sbilanciamoci.info)