Anna Donati ci parla del rapporto “Mobilitaria 2019” su “Urbanistica informazioni”.

MobilitAria 2019, è il secondo rapporto realizzato dal gruppo di lavoro Mobilità sostenibile di Kyoto Club e dagli esperti di Cnr-iia (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto sull’Inquinamento Atmosferico) con una inedita collaborazione con Opmus, l’Osservatorio Politiche Mobilità Urbana Sostenibile di Isfort1. Il rapporto delinea un quadro complessivo sull’andamento della qualità dell’aria e delle politiche di mobilità urbana nelle principali 14 città e aree metropolitane italiane nel periodo 2017-2018. Ricordiamo che il primo Rapporto 2018 aveva analizzato le stesse città per il decennio 2006-20162. Il rapporto contiene due approfondimenti: uno di T&E sulla strategia europea per la decarbonizzazione dei trasporti al 2030 e al 2050, con gli obiettivi di riduzione dei gas serra per diventare fossil free: una sfida complessa e necessaria che ha bisogno del protagonismo delle città. Segue un contributo di Trt Trasporti e Territorio, che ha effettuato sulla base del modello Momos, una simulazione sulla mobilità elettrica e i suoi effetti in quattro grandi città metropolitane al 2030. La seconda parte del rapporto è ricca di dati sulla mobilità urbana di ogni grande città, le tendenze del biennio e le caratteristiche della mobilità nelle aree metropolitane. I dati sono corredati da una puntale ricognizione dei provvedimenti di mobilità e le azioni concrete realizzate da ogni grande città nel biennio 2017 e 2018. Tra gli elementi considerati vi è anche lo stato di attuazione dei Pumds sia a livello metropolitano che di ogni singola città. Vengono approfonditi i dati di qualità dell’aria delle 14 città nel biennio 2017 e 2018 e lo stato della qualità dell’aria delle singole stazioni cittadine per l’anno 2018. Completa il Rapporto un set di proposte verso la mobilita sostenibile, la sicurezza stradale e la decarbonizzazione dei trasporti, elaborate di Kyoto Club e Cnr-Iia.

La qualità dell’aria nelle 14 grandi città

Dalle analisi condotte nel 2017 e 2018 si è riscontrato un miglioramento della qualità dell’aria, che tuttavia non è sufficiente a garantire per tutte le città il rispetto dei limiti normativi. E andrà verificato negli anni a venire se queste tendenze saranno confermate o meno. Nello specifico, per il Biossido di Azoto (NO2) si verifica una riduzione delle concentrazioni medie. Le maggiori percentuali di decremento sono state registrate nelle città di Messina (-23%), Cagliari (-21%), Roma (-12%) Torino (-12%) e Bologna (-11%). In controtendenza Catania e Reggio Calabria che indicano un incremento dei valori. Nel 2018 le città di Milano, Roma e Torino hanno registrato valori di NO2 superiori ai limiti normativi; rispettivamente 45 μg/m3 per Milano e 43 μg/m3 per Roma e Torino. In merito al valore del limite orario dell’NO2 nel 2018 non si osservano particolari criticità, infatti nessuna città presenta superamenti oltre il limite. Le concentrazioni medie del PM10 in tutte le città analizzate risultano al di sotto dei limiti. Diversamente, per il limite giornaliero del PM10 in alcune città la situazione rimane critica: in particolare, Torino, Milano, Venezia, Cagliari e Napoli superano il limite consentito, e fra queste la città con il maggior numero di superamenti è Torino (89 giorni). Relativamente alle concentrazioni del PM2,5 nessuna città registra valori maggior al limite normativo, tuttavia le città di Torino, Milano e Venezia presentano concentrazione prossime ai 25 μg/m3. Nonostante si sia riscontrato un miglioramento della qualità dell’aria in alcune città, questo non è sufficiente per ridurre le concentrazioni e i superamenti al di sotto dei limiti previsti dalla normativa. Per questo motivo l’Italia è stata deferita dalla Commissione Europea alla Corte di Giustizia il 17 maggio 20183 per il mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell´aria e in particolare per i superamenti dei limiti di legge delle polveri fini (PM10). Fra le aree interessate c’è l’Emilia-Romagna, la Lombardia, il Veneto e il Piemonte che hanno siglato in data 9 giugno 2017 un nuovo accordo di Programma di bacino Padano4 che per la prima volta definisce delle azioni di area vasta. Tuttavia, dall’analisi dei diversi piani Regionali della qualità dell’aria, riportate nel Rapporto 2019, si nota una situazione disomogenea nelle modalità adottate per la redazione e per il controllo degli effetti generati. Servono dunque linee guida omogenee per il futuro dei Pria delle Regioni italiane.

La mobilità urbana nelle 14 città metropolitane 2017-2018

La mobilità urbana nel biennio ha consolidato tendenze ed azioni ma senza balzi in avanti, come sarebbe necessario, rispetto alla situazione diffusa di congestione, incidentalità, emissioni di gas serra e inquinamento. Stabili le Zone a Traffico Limitato, come dato positivo si consolida la Ztl di Palermo con i varchi telematici e Firenze che ha introdotto una Ztl estiva con orari estesi. Da febbraio 2019 è partita area B a Milano, l’area allargata dove saranno esclusi in modo progressivo i veicoli più inquinanti: costituisce una autentica innovazione, che conferma il capoluogo lombardo come punta avanzata tra le realtà italiane. A Torino presentata a febbraio 2019 dalla Giunta Comunale la nuova Ztl estesa tutto il giorno, con pedaggio di accesso e sosta modello area C milanese: confronto acceso, proteste e polemiche ma la Sindaca ha annunciato che andrà avanti.
Da ottobre 2018 a marzo 2019 e riproposto da ottobre 2019 in corso, è stato attuato il primo provvedimento di blocco del traffico nel bacino padano per i veicoli vetusti e inquinanti, ma gli scarsi controlli ne inficiano il risultato. L’uso del trasporto pubblico cresce lievemente, in qualche città anche in modo significativo (Bologna, Cagliari, Torino, Firenze) ma dove c’è la crisi finanziaria dell’azienda di trasporto cala ancora, come avviene a Napoli, Roma e Catania. Realizzate nuove tramvie a Firenze e Palermo, che si configurano come le due città più impegnate a favore del tram, con nuovi progetti ed estensioni della rete. Altri progetti sono in arrivo come a Bologna, che ha ottenuto dal Mit il finanziamento della prima linea tramviaria. Prosegue la realizzazione delle metropolitane a Milano, Roma, Napoli e Catania, mentre Torino ha presentato il progetto per la Linea 2. Nuovi progetti anche Cagliari che si candida a realizzare una linea Brt, mentre Genova punta su 4 nuove linee del trasporto pubblico (Brt o Tram da decidere). Piuttosto stabili aree pedonali e piste ciclabili. Bari ha deciso in forma sperimentale per 4 mesi il “pagamento” per chi pedala come forma di incentivo, unica tra le grandi città. Incentivi all’acquisto per bici e moto elettriche a Catania e Genova, dove non a caso la moto viene molto utilizzata. La Sharing Mobility cresce a Milano, Torino, Firenze, Roma, Palermo e Cagliari, mentre sbarca a Bologna per la prima volta. Per il resto vi sono difficoltà e in qualche caso viene sospeso il servizio, come per il car sharing a Bari. La mobilità elettrica ha numeri purtroppo insignificanti anche se procedono accordi tra le città e gli operatori per l’istallazione di colonnine. Va registrato come dato negativo, la crescita nelle città e aree metropolitane dell’indice di motorizzazione di auto e moto, che nei dieci anni precedenti era diminuito in modo significativo. Torino la peggiore con un +5,4%. Fenomeno da confrontare con l’indagine Opmus Ifort per le 14 aree metropolitane contenuta nel rapporto 2019, da cui emerge il balzo in avanti per gli spostamenti a piedi e in bicicletta del 2017/2018 rispetto ai dati 2012/2013. Quindi si usa meno l’auto per gli spostamenti di breve raggio nelle città – e questo è un dato positivo – ma l’auto continua a restare il principale mezzo per gli spostamenti nell’area vasta e metropolitana.
Entro ottobre 2019 le principali città dovevano approvare il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, secondo le Linee Guida del Decreto Mitdel 4 agosto 20176, termine ora prorogato di un anno ad ottobre 20207. Ad oggi hanno approvato il Pums il Comune di Milano nel 2018, Bologna e Genova nel 2019 ne hanno approvato uno a scala metropolitana mentre Torino ha un vecchio Pums del 2011. Bari, Reggio Calabria e Roma lo hanno adottato a livello comunale. Cagliari sta redigendo il Pums, mentre Napoli e Messina hanno adottato solo delle Linee Guida di indirizzo. Le Città Metropolitane di Venezia, Firenze, Cagliari e Milano stanno svolgendo le attività propedeutiche per la redazione del Pums a scala metropolitana. Si tratta di una grande opportunità per le città ed aree metropolitane di pianificare e agire su scala vasta per la mobilità sostenibile del futuro.

Le caratteristiche della mobilità nelle 14 aree metropolitane

I dati inediti dell’indagine Opmus Isfort – presenti nel Rapporto 2019 – danno conto sulle caratteristiche della mobilità nelle 14 aree metropolitane e sono stati estratti dall’indagine annuale AudiMob di Isfort sugli stili e i comportamenti di mobilità degli italiani. Gli indicatori presi in considerazione descrivono sia il profilo dimensionale-quantitativo (tasso di mobilità, tempo dedicato alla mobilità, lunghezza degli spostamenti), sia le caratteristiche principali della domanda di mobilità (motivazioni degli spostamenti, scelta dei mezzi di trasporto da utilizzare), cercando altresì di coglierne le tendenze recenti. A tale scopo vengono messi a confronto due periodi: il biennio 2012-2013 e il biennio 2016-2017. Quello che emerge dai dati è un balzo negli ultimi anni della mobilità attiva (a piedi ed in bicicletta), una tenuta del trasporto pubblico ed una riduzione dell’uso dell’auto. Cresce il numero degli spostamenti, diminuisce la lunghezza degli spostamenti ed il tempo medio dedicato alla mobilità: si tratta di tendenze presenti in tutte le 14 aree metropolitane. Dalla valutazione complessiva dei dati è possibile riassumere la ripartizione modale con il Tasso di mobilità sostenibile, che somma gli spostamenti a piedi, in bicicletta e mezzi pubblici. Si tratta di un buon misuratore di risultato, anche se non esaustivo, rispetto alla capacità dei territori di mettere in campo politiche di disincentivazione all’uso dei mezzi privati e di promozione dei modi di trasporto alternativi.
Il tasso di mobilità sostenibile è inferiore al 40%, sia nella media delle Città Metropolitane, sia in quella nazionale, a conferma del perdurante dominio dei mezzi privati nelle scelte di mobilità degli italiani. Tuttavia tra il 2012-2013 e il 2016-2017 l’indice è cresciuto di quasi 8 punti a livello nazionale e di circa 5,5 punti nelle aree metropolitane. Nei territori metropolitani i mezzi di trasporto alternativi all’auto sono utilizzati un po’ di più rispetto al resto del Paese, ma questa forbice positiva si va riducendo e gli indici sono ormai quasi allineati. La spinta delle politiche di mobilità sostenibile nelle aree metropolitane non sembra quindi essere stata così robusta (o così efficace) rispetto a quanto accaduto nelle grandi città capoluogo. Nella graduatoria delle singole Città Metropolitane (intese come area vasta) appare molto marcato il divario tra Nord e Sud, con qualche significativa eccezione. Nel periodo 2016-2017 è l’area di Milano ad aprire il ranking con un tasso di mobilità sostenibile vicino al 48,3%, guadagnando una posizione rispetto al periodo di confronto 2012-2013. Seguono non distanti le aree di Genova, di Venezia – che perde tuttavia il primato conquistato nel 2012-2013 – e poi ancora sopra la soglia del 40%, la prima area del sud ovvero Bari grazie al robusto contributo della mobilità pedonale, quindi Torino e Napoli. Nelle code della classifica si posizionano le aree metropolitane di Catania, Reggio Calabria e Messina. In particolare Messina esprime un indice pari al 22,6%, molto inferiore alla metà di Milano ed è l’unica provincia che ha sperimentato una diminuzione, seppure lieve (-0,3%), del tasso di mobilità sostenibile. Guardando infine alle variazioni dell’indice l’area che ha sperimentato il dinamismo maggiore è stata quella di Bologna (10 punti di crescita tra il 2012-2013 e il 2016-2017), che ha di conseguenza guadagnato tre posizioni, mentre le aree meno dinamiche sono risultate Venezia, Roma e Napoli.

1. http://www.muoversincitta.it/mobilitaria-2019/ 2. http://www.muoversincitta.it/mobilitaria-2018/ 3. https://ec.europa.eu/italy/ news/20180517_UE_protegge_cittadini_ su_inquinamento_dell_aria_it 4. http://www.regione.piemonte.it/ pinforma/images/DOCUMENTI/ accordo-bacino-padano.pdf 5. http://osservatoriosharingmobility.it/ 6. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/ id/2017/10/05/17A06675/sg 7. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/ id/2019/10/30/19A06734/SG