La responsabile mobilità Kyoto Club intervistata nel nuovo libro “Pubblico è meglio. La via maestra per ricostruire l’Italia“.

“Siamo ancora troppo immersi nella pandemia per poter dare delle risposte esaurienti e di prospettiva: quello che è certo che il futuro della mobilità dipenderà anche dalle scelte pubbliche che verranno adottate e decise nei prossimi mesi”.

A sostenerlo è Anna Donati, la Coordinatrice del gruppo di lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club, intervistata da Altero Frigerio e Roberta Lisi nel loro ultimo libro “Pubblico è meglio. La via maestra per ricostruire l’Italia” (Donzelli Editore).

Nello specifico, nel volume in uscita nella librerie, Donati ha curato la voce dedicata alla mobilità, analizzando lo stato dell’arte alla luce dell’evoluzione della pandemia del covid-19 e del Recovery Plan italiano in corso di scrittura a Palazzo Chigi.

Secondo l’esperta, il sistema trasporti del nostro Paese “sconta la mancanza di una pianificazione adeguata e coerente, ha un deficit di servizi di trasporti collettivi e per la mobilità attiva, con importanti differenze per infrastrutture e servizi tra Nord, Centro e Sud. Sulle nostre strade ci sono ancora oltre 3000 morti ogni anno e 250.000 feriti”.

Cosa fare quindi per colmare questa grave lacuna? Per la coordinatrice del gruppo mobilità di Kyoto Club l’Italia deve recuperare il deficit con gli altri Paesi e città europee attraverso “la realizzazione di nuove reti tramviare e metropolitane, il potenziamento del trasporto collettivo e nuovi autobus elettrici, far crescere la mobilità condivisa”. Inoltre, il Belpaese è maglia nera in Europa per le due ruote: per questo “per la mobilità in bicicletta dobbiamo investire nelle reti ciclabili, interventi di moderazione del traffico e sicurezza stradale“.

La decarbonizzazione, dei trasporti, sottolinea Donati, richiede anche di “puntare sul veicolo elettrico sia per il trasporto pubblico che per i veicoli privati, con un progetto industriale italiano per veicoli innovativi e la riconversione dell’occupazione dell’automotive”.

Per l’Italia il settore dei trasporti, sostiene l’ex senatrice, deve vincere la “doppia sfida della decarbonizzazione e del rispetto dei limiti per la qualità dell’aria, garantendo l’incremento dei servizi di trasporto collettivo, condiviso e della mobilità attiva, con una drastica riduzione del numero dei veicoli, di cui abbiamo il primato europeo con 638 veicoli ogni 1000 abitanti. Quindi risparmiare traffico non solo si può ma si deve fare”.

“In tempi di pandemia e distanziamento abbiamo scoperto il lavoro da remoto, gli eventi in streaming, le riunioni in videochiamata, eliminando viaggi, convegni e spostamenti”, conclude l’esperta, che precisa infine che “quando avremo superato la pandemia avremo voglia di ritrovarci ma è facile prevedere che una parte delle attività resterà da remoto: questo è positivo perché aiuta a ridurre il traffico e gli spostamenti”.

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