Parti dell’accordo tra Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto per limitare la circolazione dei veicoli diesel sono entrate in vigore il primo ottobre. Secondo il Sole 24 Ore si fermeranno 1,1 milioni di mezzi.
Lunedì 1 ottobre sono entrate in vigore nel Nord Italia alcune limitazioni previste dall’Accordo di Bacino Padano, un’intesa siglata a Bologna, durante il G7 Ambiente del 9 giugno 2017, dal Ministro Galletti e dai Presidenti di Regione Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna, con l’obiettivo di attuare di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell’aria. Secondo stime necessariamente approssimative elaborate dal Sole-24 Ore su dati Unrae, circa 1,1 milioni di veicoli diesel che prima non erano toccati, a partire dal 1 ottobre rimarranno a casa.
Nello specifico, nell’accordo si prevede che le Regioni del Bacino Padano si impegnano a “prevedere, nei piani di qualità dell’aria o nei relativi provvedimenti attuativi, una limitazione della circolazione dal 1 ottobre al 31 marzo di ogni anno, da applicare entro il 1 ottobre 2018, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,30 alle ore 18,30, salve le eccezioni indispensabili, per le autovetture ed i veicoli commerciali di categoria N1, N2 ed N3 ad alimentazione diesel, di categoria inferiore o uguale ad “Euro 3”.
Le prossime tappe prevedono il blocco delle Euro 4 (a prescindere dal fatto di essere dotati o no di filtro antiparticolato, che invece prima era discriminante) entro il 2020 e delle Euro 5 (immatricolate teoricamente tra il 2011 e l’agosto 2015) entro il 2025. Nulla, invece, è stato ancora stabilito riguardo le Euro 6.
Tuttavia, l’Accordo prevede determinate deroghe: ad esempio, potranno comunque sempre circolare alcune categorie (per esempio, i disabili, i medici e i mezzi pubblici), stabilite di volta in volta dai Comuni, che restano gli enti cui spetta emettere le ordinanze di divieto con le disposizioni da rispettare concretamente sul loro territorio.
L’accordo tra le Regioni fissa solo una cornice, derogabile da ogni singolo Comune. Che comprende anche i periodi e gli orari in cui vige il blocco: dal primo ottobre al 31 marzo di ogni anno, nei giorni da lunedì a venerdì, dalle 8,30 alle 18,30.
Da questo si può capire che, almeno teoricamente, i divieti non costringono i proprietari a disfarsi delle proprie vetture, potendo circolare per tutto il tempo restante. Ci sono però eccezioni per i veicoli (anche moto) Euro zero, cioè quelli più inquinanti (normalmente sono quelli senza marmitta catalitica).
L’accordo prevede anche incentivi locali alla sostituzione del parco circolante e una rimodulazione delle tariffe del bollo auto. Mentre gli incentivi sono stati perlopiù avviati, per il bollo è tutto fermo perché occorre un accordo con lo Stato. Le tariffe attuali sono anch’esse proporzionali alle emissioni inquinanti, ma le tabelle risalgono al 2006, quando le Euro 4 erano lo standard migliore; quindi c’è il paradosso che, ai fini tariffari, queste auto sono considerate “pulite”, mentre invece cominciano a essere colpite massicciamente dai blocchi antinquinamento.