Presentato oggi a Roma e sottoscritto, tra gli altri, da Kyoto Club.
Istituzioni e cittadini si uniscono contro la violenza stradale: nasce così il Manifesto per città a 30km/h anche in Italia, promosso da Fondazione Luigi Guccione insieme a Legambiente e Rete Vivinstrada, condiviso e firmato dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Anci, Aci, Fiab, Asvis, Ancma, Kyoto Club, Amodo, Associazione Pietrobono, insieme a Jean Todt, inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale.
“Per una nuova mobilità, per città più belle con l’obiettivo ‘0 vittime’ perché è la velocità la causa prima degli incidenti”, ha sottolineato Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club che oggi è intervenuto al convegno di presentazione del Manifesto “Per città 30 e strade sicure e vitali”.
Obiettivo del Manifesto è combattere la violenza stradale affinché le persone possano essere di nuovo al centro dello spazio pubblico, partendo dai più fragili – soprattutto dai bambini, pedoni, ciclisti, disabili, anziani, ma anche automobilisti e motociclisti (che da soli ammontano a 2.24 dei 3.173 morti e 17.600 feriti gravi registrati nel 2019, fonte Istat).
Il Manifesto, promosso da Fondazione Luigi Guccione insieme a Legambiente e Rete Vivinstrada, è stato condiviso e firmato dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, ANCI, ACI, FIAB, ASVIS, ANCMA, KYOTO CLUB, AMODO, Associazione Pietrobono, insieme all’inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale, Jean Todt, durante il convegno di lancio che si è svolto oggi 19 luglio a Roma presso la sede dell’Automobilie Club d’Italia.
Sono tre gli impegni principali che emergono dal Rapporto: realizzare le “Città 30”, moderando la velocità nelle strade urbane di quartiere appunto a 30km/h, realizzando dei ‘living streets’ dove lo spazio pubblico viene restituito dalle macchine alle persone; garantire (grazie alla tecnologia e al nudging) l’applicazione del rispetto delle norme di una guida corretta, con il rispetto dei limiti di velocità; prevedere una legge per l’assistenza alle vittime di violenza stradale.
Si tratta quindi di attuare politiche attive già in molte capitali europee come Amsterdam, Copenaghen,
Parigi, Berlino, Barcellona, Valencia, Bilbao, Bruxelles, Londra, Madrid.
Il nostro Paese è in ritardo.
“L’obiettivo zero morti e feriti gravi sulle strade, assunto a livello sia internazionale (ONU) che europeo (UE) – dichiarano i promotori del Manifesto – richiede un’alleanza fra tutti gli utenti della strada per la tutela primaria della vita umana e impone nuove politiche più rapide ed efficaci, in grado di cambiare le città, le strade, il sistema della mobilità, gli stili di vita e di guida, per fermare la strage stradale e contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici”.
Comunicato stampa a cura di Kyoto Club (PDF)
Manifesto Per Città 30 e strade sicure e vitali (PDF)
Dossier – L’Altravia (Il Periodico della Sicurezza Stradale – PDF)
Video del convegno di presentazione – Roma, 19 luglio (YouTube)