Qual è il futuro della mobilità elettrica nel mondo? Da una parte c’è la Cina, che ha sperimentato un incremento di vendite di auto elettriche – dalle 8 mila all’anno del 2011 alle oltre 500 mila del 2016. Dall’altra l’Europa, che punta ad abbattere le emissioni di co2 del settore trasporti del 30% entro il 2030. La presentazione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, al “Forum Qualemobilità?”.

Se c’è un “faro” della mobilità elettrica nel mondo è la Cina. La potenza asiatica, da primo Paese inquinatore a livello globale, si sta affermando come alfiere della sostenibilità ambientale e della green economy. E questo vale soprattutto nel settore trasporti: dal gennaio al novembre del 2017 in Cina sono state vendute oltre 65 mila auto elettriche – contro le 8 mila del 2011. E in un prossimo futuro Pechino punta a diventare una potenza leader nel settore della mobilità elettrica e sostenibile e come centro mondiale di produzione di batterie elettriche.

Nel frattempo anche l’Europa accellera sulla mobilità elettrica: Bruxelles mira a tagliare le emissioni del settore trasporti del 30% entro il 2030. E nel frattempo molte città europee si sono date delle scadenze per vietare i veicoli inquinanti. Ma si può – e soprattutto, si deve – fare di più.

Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, ci parla dello status della mobilità elettrica del mondo. Il documento riportato qui di seguito è stato presentato il 30 novembre al “Forum QualeMobilità?” una giornata di riflessione sulla mobilità sostenibile organizzata da Kyoto ClubLegambiente Editoriale la Nuova Ecologia in partenariato con Cobat.

Scarica la presentazione di Gianni Silvestrini (pdf)