Negli ultimi giorni, a causa dello smog, le principali città italiane hanno adottato divieti di circolazione delle auto.

A causa dell’allerta smog e dell’inquinamento atmosferico, in questi giorni le giunte e i Sindaci delle principali città italiane hanno deciso di ricorrere a provvedimenti di blocco della circolazione per contrastare la diffusione di sostanze nocive per la salute rilasciate dalle auto; in primis il particolato (pm10) una polvere che può essere respirata, in grado di raggiungere le parti interne del naso e della laringe.

Il pm10 è ritenuto essere il principale responsabile delle misure di blocco alla circolazione dei veicoli inquinanti: la legge fissa il limite di 50 microgrammi al metro cubo, che non devono essere superati più di 35 giorni all’anno. Tuttavia, le rilevazioni effettuate dall’ARPA, hanno stimato diversi sforamenti, cosa che ha fatto mobilitare le principali città italiane contro l’inquinamento delle auto.

Roma è sicuramente il caso che ha avuto più rilevanza nazionale. Nella capitale il 14 gennaio è scattato il blocco della circolazione dei diesel: su 23 stazioni di rilevamento, dieci hanno registrato valori superiori alla soglia fissata dalla legge, mentre solo in sei stazioni su 23 non si è verificato, in questo periodo, nemmeno un giorno di superamento. Tuttavia, durante i quattro giorni di limitazioni del traffico con blocco dei diesel, l’emergenza non è rientrata: secondo i dati di Arpa, sia giovedì che venerdì 11 centraline romane su 13 hanno registrato uno sforamento dei limiti delle polveri sottili Pm10. Solo dopo la domenica ecologica lanciata domenica 20 gennaio, le centraline hanno fatto registrare una diminuzione delle polveri sottili.

Nel Comune di Milano, invece, la media di Pm10 calcolata è stata di 74.3 microgrammi, quasi del 25% superiore alla soglia. Dopo otto giorni consecutivi di valori medi di Pm10 sopra i limiti, la città della madonnina ha deciso di anticipare di due giorni le misure del secondo livello del “Protocollo regionale sulla qualità dell’aria” che prevedevano lo stop dei veicoli per trasporto persone diesel fino a Euro 4, tutti i giorni, festivi compresi. Tuttavia, dopo le piogge dello scorso weekend, la Giunta della città meneghina ha deciso di revocare il blocco dei diesel martedì 21 gennaio, soprattutto per le condizioni della qualità dell’aria tornate nella norma e con i valori di particolato nell’atmosfera rientrati nei limiti.

Nella città di Napoli, già lo scorso ottobre è scattato un divieto di circolazione (lunedì, mercoledì e venerdì nella fascia tra le ore 9 e 12:30 e le ore 14:30 e 16:30) per ragioni ambientali che finirà il 31 marzo 2020. Il provvedimento prevede però diverse deroghe. Secondi i dati dell’Arpa della Campania, tra il 1  e il 12 gennaio 2020 il limite di 50 milligrammi al metro cubo d’aria è stato superato per diversi giorni in diverse stazioni (nove volte su 12 nella stazione di Via Argine, sette nella stazione Ospedale Pellegrini e nelle altre il più delle volte per tre o quattro giorni su dodici).

A Torino le limitazioni al traffico sono scattate dopo 20 giorni consecutivi oltre i limiti ammessi di micropolveri: pertanto la giunta comunale di Chiara Appendino aveva deciso di bloccare la circolazione delle auto Diesel Euro 4 e Euro 5 immatricolate prima del primo gennaio 2013, e i veicoli benzina Euro 1. Il divieto è caduto, e le auto sono tornate a circolare martedì 21 gennaio, dopo un weekend di pioggia che ha riportato i pm10 sotto valori accettabili (Pm10 a 26 microgrammi al metro cubo sabato e a 37 domenica rispetto al limite di 50).

Genova ha visto da novembre 2019 una limitazione alla circolazione delle auto più inquinanti. L’ordinanza in questione, specifica inoltre, che “qualora il monitoraggio sulla qualità dell’aria evidenziasse un andamento positivo/negativo” il divieto di circolazione può essere esteso ad altre categorie di veicoli.  Tuttavia, il limite di Pm10 nei primi giorni di gennaio 2020 non è mai stato sforato, secondo Arpal Liguria.

Nel comune di Bologna è attivo, dal 1 ottobre 2019 al 31 marzo 2020, un provvedimento contro l’inquinamento atmosferico e in particolare per la riduzione delle concentrazioni di Pm10 nell’aria. Oltre alle misure permanenti è poi previsto che, a fronte di uno sforamento del limite per il Pm10 di tre giorni consecutivi, scattino una serie di ulteriori limitazioni alla circolazione dei veicoli inquinanti (e ai riscaldamenti domestici). Da inizio anno, su 13 giorni dunque, il limite di Pm10 è stato superato otto volte. Il valore più alto si è registrato il primo dell’anno, con 69 milligrammi di Pm10 per metro cubo d’aria.

Firenze (e nei comuni limitrofi) è stato ordinato il blocco dei veicoli più inquinanti, a fronte dello sforamento dei limiti di Pm10, tra l’8 e il 12 gennaio 2020. Alla luce del perdurante inquinamento, tuttavia, il blocco è stato prorogato poi fino al 18 gennaio. Secondo i dati di Arpa Toscana, tra il 7 e il 10 gennaio il limite di Pm10 è stato superato tre volte nella stazione di rilevamento di Signa e due volte in quella di Scandicci. Il valore massimo è stato registrato a Signa il 7 gennaio, con 69 milligrammi di Pm10 per metro cubo d’aria. Nei giorni precedenti, tuttavia, a Signa si era arrivati anche a quota 113 milligrammi per metro cubo d’aria (l’1 e il 3 gennaio).