Uno studio di Transport&Environment commenta l’ultimo rapporto del Parlamento Europeo sulla mobilità elettrica e sulle emissioni delle auto elettriche.

L’auto elettrica riduce le emissioni di CO2? A tentare di rispondere alla domanda è Julia Poliscanova, manager del settore “clean vehicles” dell’organizzazione indipendente Transport&Environment (TE), che – in un articolo pubblicato dall’agenzia EurActiv – sostiene che la sfida elettrico vs diesel deve partire da un’analisi sul ciclo di vita (life-cycle assessment), anche noto con l’acronimo WTW, well-to-wheel, cioè “dal pozzo alla ruota”. In altre parole, è necessario valutare la differenza tra l’energia spesa per costruire il veicolo e quella consumata durante la guida.

Tra gli elementi da prendere in considerazione, c’è, prima di tutto, la cosiddetta “carbon intensity“, ossia il mix elettrico: ricaricare un’auto con elettricità di origine fossile è ben diverso che ricaricare la stessa auto con energia pulita rinnovabile.

Occorre poi tener conto del luogo dove avvengono i processi industriali: ad esempio, fabbricare una batteria in Cina comporta una maggiore emissione di gas serra, rispetto a realizzare la medesima batteria in un paese che utilizza molto meno carbone nel suo portafoglio energetico. C’è poi da calcolare di quanto sia la durata attesa delle batterie, in termini di chilometri percorsi e di eventuale recupero-riutilizzo, ad esempio nei sistemi di accumulo per la rete elettrica.

In sostanza, in base agli assunti di partenza, cambiano i risultati finali della life-cycle assessment. Il documento di Transport&Environment contesta quindi alcuni aspetti del nuovo rapporto della commissione trasporti del Parlamento europeo, in tema di emissioni inquinanti dei veicoli elettrici.

In particolare, osserva TE, per quanto riguarda le automobili tradizionali, questo rapporto utilizza dati su emissioni e consumi che provengono dai vecchi test europei, la cui attendibilità è venuta meno dopo la scandalo dieselgate.

I dati reali, secondo TE, parlano di emissioni superiori in media del 40% rispetto ai risultati ufficiali. Anche il modo di presentare e commentare singole informazioni può fare la differenza.

Ad esempio, è facile screditare l’auto elettrica e sottostimare i suoi benefici ambientali, affermando che il diesel è più pulito, se per esempio si vuole limitare il paragone tra il gasolio e l’elettrico di provenienza 100% fossile.

La principale conclusione dello studio dell’Europarlamento è che l’auto a batteria, assumendo una vita utile di 150.000 km e di utilizzare il mix elettrico medio attuale in Europa, riduce moderatamente le emissioni di CO2, rispetto ai veicoli con motori a combustione interna.

Certo, il quadro non potrà che evolvere a ulteriore vantaggio delle vetture che rinunciano ai carburanti fossili, grazie al previsto costante aumento delle fonti rinnovabili e al contemporaneo declino del carbone.

TE, in un recente rapporto, ha sostenuto che già oggi un mezzo elettrico inquina meno di un analogo modello a gasolio, perfino nel paese europeo più carbone-dipendente, la Polonia, includendo tutte le emissioni di CO2 nel ciclo di vita.

Fonte: QualEnergia

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