I dati post COP21 e i limiti del nostro Paese. Un editoriale di Gianni Silvestrini sul n°2/2016 della rivista QualEnergia.

L’Accordo di Parigi ha favorito un’accelerazione della transizione energetica e una crescita in rinnovabili, efficienza e mobilità elettrica.

È questo il dato principale da cui è partito Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, nell’editoriale “Clima d’urgenza”, pubblicato sul n°2/2016 della rivista QualEnergia (pp.5-7)

L’autore apre l’editoriale mettendo in luce risultati rilevanti in fatto di decarbonizzazione: negli Stati Uniti i consumi del combustibile sono calati del 13% durante gli ultimi due anni e per il 2016 è prevista un’ulteriore riduzione del 6%; in Cina il calo dell’ultimo biennio è stato del 6% e la riduzione dovrebbe proseguire anche quest’anno con un -2%, senza contare il divieto di Pechino relativo alla costruzione di 250 centrali a carbone e la chiusura di un migliaio di miniere; nel Regno Unito si intende eliminare la generazione a carbone entro il 2025; e in Germania, dopo il nucleare, si vuole dire basta anche ai combustibili solidi.

Anche il settore dei trasporti si avvia a trasformazioni radicali, grazie alle risolutive decisioni di alcuni governi: Norvegia, Olanda e India si sono recentemente poste come date di scadenza il 2025 e il 2030 per porre fine alla vendita di veicoli a benzina o gasolio. Tali prospettive velocizzeranno di certo le scelte industriali verso la mobilità elettrica e provocheranno un “effetto a valanga”, come ha già rilevato la successiva presa di posizione del governo austriaco. “Sarà comunque Pechino – spiega Silvestrini – che, dopo aver guidato nell’ultimo quinquennio la corsa mondiale delle rinnovabili, piloterà la trasformazione del mercato dell’auto; si stimano 600 mila nuovi veicoli elettrici nel 2016, un valore più che raddoppiato rispetto alle vendite cinesi dello scorso anno”.

Si prevede una rivoluzione anche nelle previsioni sui consumi di greggio delle compagnie petrolifere. La Exxon rimane ferma sulle sue idee, ipotizzando per il mercato dell’auto nel 2040 uno scarno 4% relativo alla mobilità elettrica; di tutt’altro avviso è invece Bloomberg, secondo cui è possibile che la diffusione dei veicoli elettrici porti già nella prima parte del pros­simo decennio a una riduzione della domanda di petrolio di 2 milioni di barili giorno (Mbg). Estendendo l’analisi al 2030-2040, il calo dei consumi di greggio diventerebbe devastante per le compagnie petrolifere.

Con la firma dell’Accordo di Parigi da parte di 175 Paesi, avvenuta a New York lo scorso 22 Aprile, Cina, USA e Canada – le cui emissioni complessivamente raggiungono il 40% del totale – si sono già impegnati ad un progressivo abbandono del carbone e del petrolio.

L’Europa, sottolinea Silvestrini, si colloca, invece, tra le Nazioni responsabili del 15% delle emissioni ed è difficile che possa porsi alla guida delle trasformazioni in atto. L’Italia è addirittura tra i Paesi che sembra non rendersi perfettamente conto di ciò che sta accadendo: un “atleta drogato”, così come lo definisce nell’articolo il direttore scientifico di Kyoto Club, che parte in velocità ma non riesce poi a stare al passo con gli altri Paesi, pronti invece a mobilitarsi concretamente per vincere la sfida dei cambiamenti climatici.

L’Editoriale di Gianni Silvestrini (pdf)

(Photo Credit: Climate.nasa.gov)