In un briefing di Transport & Environment: “introdurre ambiziosi limiti legali, applicabili a quasi 100 milioni di auto nuove”.

Il settore automobilistico europeo sta esercitando pressioni aggressive e rilasciando dichiarazioni infondate per cercare di far deragliare i programmi dell’Unione Europea riguardo il taglio delle emissioni del trasporto su strada, ha rivelato oggi in un briefing il gruppo attivista Transport & Environment (T&E).

Il gruppo fa notare che saranno i cittadini europei, a spese della loro salute pubblica, a pagare le conseguenze nel caso in cui l’industria riuscirà ad annacquare i nuovi standard proposti per le emissioni di auto, furgoni, autobus e camion. Lo standard Euro 7 stabilirà infatti i limiti di legge per quasi 100 milioni di auto a benzina e a gasolio che verranno vendute nell’Unione Europea a partire dal 2025, anno dell’entrata in vigore di EURO 7.

Carlo Tritto, Policy Officer per T&E Italia, ha dichiarato: “Tecnologie accessibili sono ormai in grado di ridurre notevolmente le emissioni dei veicoli a costi inferiori al ritocco della verniciatura di un’auto di classe media. Si tratta di un’opportunità senza precedenti per rendere più sicura l’aria che respiriamo in tutta Europa.”

“Ma, invece di aprirsi all’innovazione per l’eliminazione delle emissioni tossiche, il settore automobilistico sta esercitando potenti pressioni contro questo giro di vite normativo e sta usando quelli che sono in pratica degli sporchi trucchi, come affermazioni fuorvianti secondo cui i costi metterebbero a rischio le attività e i posti di lavoro. I legislatori dovrebbero guardare oltre gli allarmismi di parte e puntare a fare ciò che è giusto per la salute di milioni di cittadini.”

La riduzione dell’inquinamento atmosferico è una delle principali priorità del Green Deal dell’UE e la Commissione sta tenendo conto delle raccomandazioni sui nuovi standard per le emissioni dei veicoli emerse dopo la riunione di esperti indipendenti per l’analisi delle migliori tecnologie disponibili.

Le emissioni del trasporto stradale sono una delle principali fonti di inquinamento dell’aria, causando una vasta gamma di gravi malattie cardiache e polmonari, oltre che a tumori. Ogni anno nell’Unione Europea l’inquinamento dovuto al trasporto su strada è responsabile di decine di migliaia di morti premature, che costano alla società decine di miliardi in spese sanitarie. In più, la scarsa qualità dell’aria ha un impatto sproporzionato, che colpisce maggiormente le famiglie a basso reddito e le minoranze.

Al contrario, la Commissione europea stima che l’adozione di una tecnologia di emissioni più pulita per soddisfare gli standard Euro 7 aggiungerebbe tra 100 e 500 euro al prezzo di un’auto[4] – meno di una verniciatura su un modello come la VW Golf o la Ford Fiesta, che può costare oltre 700 euro. Per i camion, la conformità aggiungerebbe meno dell’1% al costo totale di proprietà, calcolato su cinque anni.

Le decisioni assunte dall’Unione Europea in merito agli standard Euro 7 influiranno sulla qualità dell’aria in Europa per una generazione. T&E calcola che saranno vendute 95 milioni di auto tra il 2025, quando lo standard entrerà in vigore, e il 2035, quando la UE prevede di vietare la vendita di automobili e furgoni con motori a combustione interna . E queste auto potrebbero continuare a circolare fino al 2050: in media, nell’Unione Europea le auto sono utilizzate per 11 anni e molte anche per più di 15, specialmente nell’Est e nel Sud Europa.Si prevede che i camion con motori a combustione interna resteranno in commercio almeno fino al 2035, e molti resteranno in circolazione per 12 anni o più.

Il briefing “The seven (dirty) air pollution tricks of the auto industry” avverte che l’industria automobilistica sta cercando di mettere l’opinione pubblica e i governi contro l’Euro 7, fomentando le paure che nuovi ed ambiziosi standard paralizzeranno le vendite e metteranno a rischio posti di lavoro.

Il settore automobilistico spende miliardi per fare lobbying a Bruxelles

Solo nel 2020, l’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA), Volkswagen, Daimler e BMW hanno speso quasi 9 milioni di euro per fare lobbying a Bruxelles. All’inizio di quest’anno, la ACEA ha lanciato una campagna pubblica contro lo standard Euro 7, rilasciando affermazioni infondate secondo cui la legislazione equivarrebbe alla messa al bando dei motori a combustione interna.

L’industria afferma che lo standard Euro 7 costa troppo e non è tecnicamente fattibile, ma il documento di Transport & Environment fa notare che le tecnologie di controllo delle emissioni hanno compiuto notevoli progressi dal 2008, quando furono concordati gli attuali standard Euro 6. Ad esempio, le marmitte catalitiche elettroniche, che sono in grado di ridurre drasticamente le emissioni alla prima accensione del motore, e l’aspirazione a vuoto, che riduce le emissioni di particolato dei freni, sono entrambi praticabili e accessibili.

ACEA ha anche pubblicato uno studio in cui si afferma che lo standard Euro 7 avrebbe un impatto limitato sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico e sulle sue conseguenze sulla salute. Tuttavia, lo studio si basa su standard di emissioni meno ambiziosi di quelli in oggetto e contiene numerose imprecisioni, come l’omissione delle auto a benzina, che sono la maggioranza delle nuove auto vendute oggi.

Il briefing fa notare: “Il settore automobilistico ha una lunga storia di allarmismi in merito agli standard per le emissioni, in cui afferma che la conformità sarebbe impossibile ed eccessivamente costosa o paralizzerebbe le vendite, per poi conformarsi rigorosamente e prendersi tutto il merito una volta entrata in vigore la normativa.”

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(Photo credit: T&E)