Un articolo di Anna Donati sul n° 1/2016 della rivista QualEnergia.

La rubrica “In Movimento”, a cura di Anna Donati, pubblicata sul numero 1/2016 della rivista QualEnergia, è dedicata al progetto sulla “variante di Valico e lo smog”. Come un progetto che “viene dal passato, non guarda al futuro e influenza l’aria di città”.

“Potrebbero sembrare a prima vista due questioni separate ma c’è un legame indiscutibile. Stiamo parlando dell’inaugurazione della Variante di Valico Bologna-Firenze e la cappa di smog che ha avvolto per settimane le città italiane, grandi e piccole”.

Ma cos’è la variante di Valico?

La variante di Valico, non è altro che l’autostrada A1, ovvero un tratto autostradale appenninico di 37 km, compreso tra le località di La Quercia e Aglio, in esercizio dal 23 dicembre 2015. La variante di Valico ha previsto opere di ammodernamento per un tratto appenninico di 25 km; ma perché Anna Donati parla di inaugurazione, appunto, della Variante di Valico Bologna-Firenze e contemporaneamente di incremento di smog delle città italiane?

Come conferma la Donati nel suo articolo, il binomio potrebbe essere apparentemente non comprensibile, ma in realtà sembrerebbe che rendere “fluente” il traffico al valico non possa bastare per risolvere i maggiori problemi di mobilità che si concentrano, infatti, proprio nel centro urbano e portano all’aumento dello smog.

Dunque, risolvere problematiche di mobilità ampliando la rete autostradale può essere efficace fino ad un certo punto; a tal proposito nell’articolo si legge che: “i maggiori problemi di mobilità sono nei nodi urbani e lungo le tangenziali come accade anche a Bologna e a Firenze e ‘sbottigliare’ il traffico al valico servirà a ben poco. Aumenteranno i flussi di auto e camion delle due città, dove proseguirà la discussione su tangenziali e bretelle di cui è nota la difficoltà a individuare tracciati accettabili”.

Secondo Anna Donati bisognerebbe investire maggiormente sui servizi ferroviari e  sui servizi urbani e metropolitani, perché, effettivamente creare bretelle e tangenziali comporterebbe un traffico maggiore di veicoli su strada e dunque un ulteriore incremento dell’inquinamento .

Rispetto al progetto sulla variante di Valico, si legge nell’articolo della Donati, gli unici benefici saranno relativi allo spostamento di merci su strada e quindi anche agli autotrasporti. Le nuove infrastrutture, come appunto la variante di Valico, non risolvono il problema della mobilità che, invece, sta ottenendo ottimi risultati con la sharing mobility, ovvero la soluzione alternativa rappresentata dall’uso di bicicletta e TPL, che nel corso degli ultimi due anni risulterebbe essere aumentato.

In futuro, secondo Anna Donati, il veicolo elettrico ad energia rinnovabile, in condivisione, e magari senza guidatore, rappresenterà un forte elemento di innovazione per muoversi. Occorre però una programmazione delle infrastrutture sia un elemento essenziale di innovazione delle politiche dei trasporti verso la sostenibilità.

 

L’articolo “Variante di Valico e smog” (pdf)