L’analisi del Governo sulla situazione in Italia della mobilità e sugli auspicati scenari sostenibili entro il 2030.

“Il percorso verso la sostenibilità passa sia attraverso un miglioramento della tecnologia di propulsione – già in atto da qualche anno – sia attraverso lo stimolo di modi di trasporto più efficienti, in primis quelli collettivi, che tendono a mitigare le criticità, migliorando il bilancio energetico e l’occupazione dello spazio, ma risultano ancora meno adottati rispetto ai modi individuali”.
E’ quello che si legge nella Premessa al documento “Elementi per una roadmap della mobilità sostenibile”, presentato a Roma lo scorso 30 maggio, nella sede del MISE il Ministero per lo Sviluppo Economico, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del Vice Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini.
Documento nato grazie alla spinta ed al coordinamento di Raffaele Tiscar (prima alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ora attuale Capo di gabinetto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), con i fondamentali contributi di oltre 80 stakeholder, tra i quali il Kyoto Club. Ha partecipato tutto il mondo dei trasporti, dell’automotive, degli utenti, dei produttori di carburanti e delle alternative energetiche, delle aziende del trasporto pubblico e ferroviario, le associazioni ambientaliste, che hanno discusso dello stato della situazione, degli scenari futuri per la mobilità, degli obiettivi di decarbonizzazione e delle azioni concrete per sostenere il cambiamento. Il lavoro di coordinamento e le analisi sono state elaborate da RSE, Ricerca Sistema Energetico, sotto il coordinamento del Dott. Stefano Besseghini e la supervisione di Raffaele Tiscar.

Frutto di un lavoro minuzioso, il documento analizza dapprima la situazione della mobilità in Italia e dei suoi sviluppi futuri con l’elaborazione di scenari al 2030, per poi fornire documenti di supporto alle future decisioni in materia.
Ma vi è di più: allegate al documento principale troviamo le “Raccomandazioni degli stakeholder del tavolo mobilità sostenibile”, che rappresentano delle indicazioni relative al ruolo del Policy Maker e al suo approccio alla complessa tematica della mobilità sostenibile. Spicca l’assenza di uno dei principali portatori di interesse – il gruppo FCA – che conferma il suo scetticismo verso lo sviluppo del mercato di autoveicoli ad alimentazione elettrica ed anche di quello del mondo del biogas, che si è ritenuto ingiustamente penalizzato dal documento e dalle analisi.

Le cifre della mobilità

Le cifre fornite dal Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti (stakeholder del documento) evidenziano come la percorrenza complessiva degli italiani stia aumentando nuovamente nel corso degli ultimi anni (da 838 miliardi di passeggeri-km nel 2013 a circa 902 miliardi di nel 2015). Il trasporto individuale incide per il circa 80% e l’automobile risulta essere il mezzo di trasporto più utilizzato, mentre il trasporto collettivo assicura circa il 20% della mobilità delle persone.
Ogni italiano impiega oltre un’ora al giorno per i suoi spostamenti e spende per i trasporti circa il 15% dei suoi consumi totali (dati ISTAT). Inoltre, l’automobile resta sì il mezzo di trasporto dominante e preferito dagli italiani, ma dati ISFORT rivelano come in realtà vi sia un cambio di tendenza: il 34% degli intervistati dichiara di voler incrementare l’uso dei mezzi pubblici e solo il 4.3% di diminuirlo, mentre quasi il 30% vorrebbe aumentare l’uso della bici. Per l’auto i valori sono inversi: il 7,6% auspica un aumento dell’uso, il 32% una diminuzione.

Trasporto su strada

In termini di percorrenza complessiva, così come di consumi energetici, il trasporto su strada rappresenta la componente più rilevante. L’89% delle auto immatricolate in Italia nel 2016 utilizza carburanti tradizionali, con una preferenza sempre più marcata verso il diesel (quasi il doppio, secondo gli elaborati di RSE su dati ANFIA). In controtendenza rispetto all’Europa, che chiede una transazione tecnologica verso i combustibili alternativi.
Infatti, nei Paesi UE-EFTA le auto eco-friendly sono cresciute nel 1° semestre 2016 del 5,7%, con una quota sul totale mercato del 4,3%; in questo ambito si registra un successo per l’Italia, dovuto soprattutto al mercato di auto nuove alimentate a gas (GPL e gas naturale).
Notizie incoraggianti si registrano anche in tema di veicoli elettrici, che rappresentano una realtà in sensibile crescita in Europa e nel mondo. Ad oggi, la penetrazione sul mercato ha superato l’unità percentuale in molti Paesi europei, con il caso unico della Norvegia, in cui i veicoli elettrici rappresentano il 15% del venduto.

Le Raccomandazioni

In un contesto così analizzato, una delle raccomandazioni generali è quella di considerare la mobilità come elemento chiave nella pianificazione del territorio e nello sviluppo urbanistico, favorendo soluzioni che ottimizzino le necessità di spostamento degli abitanti.
Obiettivi che, come si legge nel documento, possono essere raggiunti grazie all’adozione di misure che intervengano in maniera sinergica su diversi ambiti, specialmente in tre macro-aree, quali:

Avoiding: ridurre le necessità di trasporto e la lunghezza dei trasporti da effettuare, favorendo lo smart working ed i servizi on-line, ottimizzando la logistica urbana;

Shifting: orientare la mobilità verso mobilità di trasporto più efficienti e sostenibili, stimolando l’utilizzo del trasporto pubblico (tra le altre, migliorando l’offerta sia in termini di servizi che di infrastrutture), promuovere servizi di car-sharing e car-pooling, favorire l’intermodalità nel trasporto merci, favorire la mobilità su due ruote (agevolando la mobilità ciclistica nei centri urbani);

Improving: migliorare l’efficienza e la sostenibilità dei mezzi di trasporto, intervenendo anche sulla tecnologia dei veicoli, favorendo l’eliminazione dei vecchi veicoli, lo sviluppo della mobilità elettrica e ad idrogeno, nonché sviluppare la crescita della mobilità a gas, per il trasporto individuale; favorire l’adozione di combustibili alternativi per il trasporto collettivo e di merci.

Il Regolamento del Parlamento Europeo 443/2009 impone che per il periodo 2012-2015 la produzione di autovetture immesse sul mercato europeo rispetti il limite medio di 130 gCO2/km, limite che dovrà essere progressivamente ridotto fino a 95 gCO2/km nel 2020. L’Italia, grazie alla crescita del mercato delle auto a gas, alla massa in kg – tra le più basse in UE – delle auto immatricolate e al peso del mercato diesel, si trova al momento in linea con gli obiettivi di emissioni imposti dalla UE.
Gli impegni presi e le deadlines stringenti, imporranno quindi nei prossimi anni un forte lavoro ai decisori politici, per proseguire il percorso di transizione sostenibile del settore dei trasporti. Fondamentale, non solo per i policy makers, ma per tutti gli operatori del settore, sarà la comprensione dei trend tecnologici e sociali in atto e la capacità di rispondervi adeguatamente.
Il progredire delle tecnologie a gas e l’affacciarsi sul mercato di soluzioni elettriche per gli autoveicoli, stanno fornendo un contributo essenziale alla sostenibilità del sistema: per questo motivo, merita di essere supportato da policies dedicate.

Quello presentato a Roma il 30 maggio resta sicuramente un documento complesso ed articolato, che porta alla luce dati interessanti e di utilità per i diversi portatori di interesse, che siano soggetti istituzionali o utenti. Un’iniziativa positiva, ma che non deve limitarsi ad un esercizio teorico: occorre darvi continuità, sviluppando azioni concrete. E confidando nell’impegno di quegli stakeholder che ad oggi non hanno sottoscritto le Raccomandazioni. L’Europa chiede un cambiamento sostanziale: l’Italia non può e non deve rimanere indietro ed ora servono i fatti.

 

I riferimenti ufficiali: Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; Le Raccomandazioni