Per ridurre gli incidenti, disincentivare l’auto privata, dare la strada alle persone, uno degli strumenti è la realizzazione di zone 30.

Matteo Dondè è un esperto in pianificazione della mobilità ciclistica, moderazione del traffico e riqualificazione degli spazi pubblici.

Al centro delle sue riflessioni c’è il concetto di living street, riassumibile con lo slogan “dare la strada alle persone!”.

Secondo l’architetto, è necessario pensare alla strada non solo come asse di scorrimento del traffico veicolare quanto come spazio di relazione tra una pluralità di utenti e di funzioni consente di (ri)progettare lo spazio pubblico mettendo al centro le persone, la qualità urbana, la vivibilità, l’accessibilità. “If you plan cities for cars and traffic, you get cars and traffic. If you plan for people and places, you get people and places” (Fred Kant).

Non a caso, Dondè ripete spesso che circa l’80% dello spazio aperto accessibile nelle nostre città, il luogo delle attività e delle relazioni sociali , è costituito dalle strade.

Per ridurre l’incidentalità urbana, per disincentivare l’uso dell’auto privata, per dare strada alle persone e rendere realmente inclusiva la città, sostiene l’architetto, uno dei principali strumenti è quello della moderazione del traffico e della realizzazione diffusa di zone 30. Ridurre la velocità dei veicoli a motore, oltre ad aumentare la sicurezza di tutti gli utenti della strada, automobilisti compresi, consente di aumentare lo spazio a disposizione delle persone, di migliorare la qualità dello spazio urbano, di eliminare le barriere architettoniche. Le zone 30 esistono ormai in tutte le principali città europee, eppure in Italia sono ancora pochissime e spesso realizzate con l’apposizione della sola segnaletica verticale di limite di velocità. Nonostante i 50 anni di vita della moderazione del traffico e le centinaia di esperienze che ne dimostrano i benefici, tale cultura è purtroppo ancora scarsamente recepita dai tecnici ed amministratori italiani, anche a causa della quasi totale assenza di formazione in questo campo.

In allegato la presentazione di Matteo Dondè in occasione dell’evento “Next Generation EU, La sfida della vision zero per la mobilità delle città”.

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