Grandi città italiane: il divario rispetto a standard europei per gli impatti della mobilità insostenibile sulla salute e la qualità della vita
Qual è la metodologia utilizzata per definire il divario da colmare da parte dei 14 comuni capoluogo di città metropolitana rispetto allo stato attuale, rispetto a standard europei riguardo a: offerta di trasporto pubblico, sviluppo della mobilità attiva e della mobilità condivisa, tasso di motorizzazione e ripartizione modale?
Nell’articolo di Ambiente e non solo dal titolo Divario per le grandi città rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione e di qualità dell’aria, invece, abbiamo applicato la stessa metodologia rispetto a due altri aspetti: le emissioni di CO2 e la qualità dell’aria.
Ogni anno l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) aggiorna le stime degli impatti sulla salute dell’esposizione ai seguenti inquinanti atmosferici chiave e mette a disposizione una apposita banca dati (con dati aperti e riutilizzabili).
Per valutare l’impatto sulla salute della mobilità insostenibile prendiamo in considerazione il biossido di azoto (NO2) più strettamente connesso con le emissioni da trasporto su strada, estraendo dalla banca dati EEA i valori relativi alle “morti premature” che si verificano, cioè, prima che una persona raggiunga l’età media prevista (attesa di vita), che rappresenta la mortalità che potrebbe essere evitata se fossero rispettati i valori raccomandati dall’OMS nelle linee Guida del 2021.
Nel rapporto Mobilitaria 2023 fra gli impatti della mobilità insostenibile abbiamo considerato anche gli effetti della congestione del traffico, su cui fornisce utili indicazioni il Tom Tom Traffic Index.
Per valutare il divario esistente da un obiettivo che possiamo considerare di vivibilità delle nostre città, determinato dai target europei di mobilità sostenibile che abbiamo visto negli articoli citati (dimezzamento dei veicoli privati in circolazione e potenziamento del trasporto pubblico locale a zero emissioni, della mobilità attiva e condivisa) utilizziamo la percentuale di tempo “aggiuntivo” degli spostamenti dovuto al traffico, in definitiva il “tempo perso a causa del traffico” che in prospettiva dovrebbe azzerarsi.