Un articolo di Alberto Fiorillo sull’European Cycling Challenge su Espresso.Repubblica.it.

“S’è appena conclusa un’eurosfida a pedali tra città ed è stata un successone. Per la cronaca l’Ecc, European Cycling Challenge 2016, è stato vinto da Gdansk, Polonia, dove i ciclisti urbani nel mese di maggio hanno percorso più chilometri per i loro spostamenti verso il luogo di lavoro, di studio o effettuati per motivi di svago. Il successo, tuttavia, non è solo del Comune che ha tagliato in testa il traguardo finale, ma di tutti i 45.876 frequent bikers delle 52 città UE partecipanti che dimostrano – con circa 4 milioni complessivi di chilometri pedalati – che la mobilità nuova nei centri urbani è davvero possibile”.

Si esprime così Alberto Fiorillo, Responsabile Aree Urbane Legambiente Portavoce Rete Mobilità Nuova, ad apertura del suo articolo sull’European Cycling Challenge 2016, pubblicato lo scorso 1 giugno 2016 nella Rubrica “Ciclosofia” del sito Espresso.Repubblica.it

Nel parlare dell’iniziativa appena conclusa, una menzione speciale spetta alla città di Roma: i suoi 1.188 ciclisti hanno fatto sì che la Capitale, che sicuramente non è bike friendly, si piazzasse al quarto posto della classifica generale. Sul sito ufficiale della sfida, sono disponibili varie heatmap dove sono rappresentate cromaticamente le strade più battute da chi ha partecipato alla competizione. Ragionando sul database che fa riferimento alla Capitale – spiega Fiorillo – sicuramente positivo per l’affluenza e la partecipazione dei cittadini, è difficile attuare operazioni specifiche atte a disegnare e definire una vera e propria strategia ciclistica per la città.

Roma, infatti, presenta innanzitutto vere e proprie “trappole” per i ciclisti relative ad arterie e percorsi battuti che non risultano essere sempre i più brevi, lineari e sicuri possibili; inoltre “il piano della ciclabilità di un centro urbano non si fa fotografando l’esistente (chi già pedala) ma facendo una analisi seria dei punti di origine e destinazione di tutta la popolazione residente e di quella pendolare, ragionando prioritariamente su quei tracciati dove gli utenti che utilizzano altri tipi di veicoli potrebbero essere attratti alla ciclabilità dalla sottrazione di spazio al traffico motorizzato individuale e dalla realizzazione di infrastrutture dedicate allo spostamento in bici”.

Leggi l’articolo di Alberto Fiorillo.

(Photo Credit: Blog.bikebybus.com)