Una lettera delle associazioni ambientaliste chiede al Governo di incentivare la mobilità pedonale e ciclabile.
Per far fronte alla riduzione e all’indebolimento del sistema del trasporto pubblico sarà necessario implementare misure per migliorare e rafforzare la mobilità attiva, pedonale e ciclistica.
È quanto chiedono diverse associazioni ambientaliste in una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ad altri membri del Governo e ad altre autorità.
“La fine delle restrizioni per la gestione di emergenza di contrasto della diffusione della Covid-19 – si legge nel documento – porterà una nuova condizione di emergenza traffico nelle città italiane. Lo scenario è quello per cui l’uso del trasporto pubblico locale sarà fortemente ridotto, sia a causa del mantenimento delle restrizioni, sia causa della sfiducia della popolazione nel prendere i mezzi pubblici”.
Secondo i firmatario dell’appello, molte persone abbandoneranno quindi il trasporto pubblico e cercheranno altre modalità di spostamento. In assenza di interventi, sostengono le associazioni, è facile prevedere che molti di costoro sceglieranno di muoversi in automobile.
Una fonte di preoccupazione e una sciagura da evitare con la massima cura. Per evitare questo scenario è quindi necessario incentivare e rafforzare la mobilità alternativa: molte città europee e mondiali si stanno orientando in questa direzione.
Alla fine del documento, le associazioni lanciano alcune proposte. Tra queste: la realizzazione di nuove regolamentazioni e/o infrastrutture “soft”, a basso costo e rapida attuazione, per la mobilità attiva (pedonale e ciclabile) e la micromobilità, l’introduzione, già dal prossimo “decreto aprile”, di forti incentivi economici e finanziamenti per il potenziamento della mobilità attiva come alternativa all’uso dell’auto privata e complementare al trasporto pubblico, il mantenimento delle misure di equilibrio del sistema della mobilità, come le ZTL, la sosta regolamentata, le corsie preferenziali, il contenimento della domanda e dei picchi di mobilità lavorativa e commerciale, il riconoscimento, la promozione e il finanziamento della mobilità attiva (pedonalità e ciclabilità) come modo di trasporto urbano resiliente.