Il car sharing potrebbe essere una concreta alternativa all’auto privata? Forse sì, sebbene molti passi avanti andranno fatti affinché il servizio trovi una più ampia diffusione. A sostenerlo è Paolo Biedanelli, che ha curato lo studio “Car Sharing in Italia: le opportunità per lo sviluppo dei servizi”.

Il rapporto è basato sul presupposto che l’auto privata sarà sempre più gradualmente abbandonata per essere sostituita con forme di trasporto condiviso, il cosiddetto car sharing.

Nella prima parte dell’elaborato viene brevemente raccontata la storia dei servizi di car sharing in Italia. Il fenomeno è iniziato già nel 2001 con Iniziativa Carsharing (ICS), ma ha subito una svolta notevole nel 2013 con l’introduzione dei sistemi free floating da parte di operatori privati. Nell’articolo si ripercorrono le vari fasi di questo cambiamento, osservando anche i modelli di business presenti e la normativa di settore. Si nota in seguito come negli ultimi anni si sia verificato, soprattutto per merito delle nuove tecnologie disponibili, un netto aumentato del numero di veicoli condivisi e una crescita della domanda sia in termini di iscritti che di percorrenze. Da un’analisi dei dati sembra, inoltre, che il numero di noleggi effettuati mediamente da ogni veicolo nell’arco di una giornata (turn over) cresca con il numero di car sharing disponibili: il mercato potrebbe dunque continuare la sua fase di espansione. Viene poi spostata l’attenzione sugli operatori a flusso libero attualmente attivi, ovvero Car2Go, Enjoy, Share’ngo e DriveNow. Le loro caratteristiche saranno osservate per capire i punti di forza e il recentente fenomeno della diversificazione dell’offerta.
L’ultimo capitolo analizza i bandi di Milano e Roma che hanno aperto il mercato dei car sharing free floating all’iniziativa privata. I comuni hanno cercato di stimolare l’uso di veicoli elettrici eliminando per essi il pagamento del canone annuo normalmente previsto. Oltre ciò il comune di Milano ha inserito nel secondo bando comunale del 2016 una serie di misure incentivanti che sono descritte nel dettaglio. Gli incentivi finora applicati sono ad ogni modo criticati per via della loro scarsa efficacia e sono state per questo formulate possibili proposte per poter migliorare la regolazione attualmente vigente ed incentivare la formazione di un servizio più in linea con le esigenze collettive. Nelle conclusioni si sostiene come una maggiore collaborazione fra soggetti pubblici e privati potrebbe rendere il servizio più accessibile e dare una risposta sostenibile ed innovativa ai bisogni di mobilità delle aree interessate.

Leggi il rapporto “Car sharing: le opportunità per lo sviluppo dei servizi