Il servizio, presentato in Campidoglio da Aipe e Clear Channel, garantirà 80 postazioni con 800 biciclette.

Malgrado i furti e gli episodi di vandalismo avvenuti negli scorsi anni, il Comune di Roma non si arrende e torna a parlare di bike sharing per incentivare la mobilità sostenibile nella Capitale. Il progetto, gestito da privati e finanziato dalla pubblicità, è stato presentato in Campidoglio dall’Aipe (associazione che raggruppa le imprese concessionarie di pubblicità) e dalla multinazionale francese Clear Channel.

La prima parte del nuovo servizio bike sharing di Roma partirà con 80 stazioni e 800 biciclette, tra cui una quota di due ruote a pedalata assistista, le stesse e-bike introdotte, per la prima volta, nella rete di noleggio milanese in occasione dell’Expo.

Tali cifre superano di gran lunga quelle di qualche anno fa: 19 stazioni nel centro storico, per un totale di circa 200 due ruote a disposizione di turisti e cittadini. Un servizio pressoché inadeguato che, molto tempo prima dell’iniziativa appena lanciata in Campidoglio, aveva già provocato una reazione forte da parte di svariate associazioni che si attivarono, infatti, promuovendo un mini bike-sharing nel parco dell’Appia Antica.

Non è del resto semplice guardare con ottimismo a questa nuova “impresa” se pensiamo ai precedenti del Comune di Roma in questo campo: nel 2007 il servizio di manutenzione delle stazioni in cambio degli spazi pubblicitari era gestito dalla multinazionale spagnola Cemusa, ma in seguito alle proteste di alcune imprese di pubblicità romana il contratto fu poi affidato ad Atac. Da qui in poi il regresso: sottratte ben 450 bici del costo di 200 euro, 1,6 milioni di euro gettati al vento e una serie di stazioni svuotate in giro per la città diventate poi posteggi per i motorini.

Quale sarà il futuro di questo progetto non è dato saperlo, ma resta indubbia la tenacia delle istituzioni romane nel continuare a promuovere un servizio “sfortunato” in terra laziale.

(Photo Credit: Rivistabc.com)