Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, nelle città italiane ci sono 35.000 bici a disposizione.

In Italia il bike sharing è sempre più popolare: lo sostiene l’ultima ricerca condotta dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con i ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e Trasporti. Il rapporto, presentato lo scorso 8 settembre a Roma, analizza lo stato dell’arte di 31 città italiane capoluogo di provincia che offrono servizi di bike sharing.

Il bikesharing, secondo l’Osservatorio, è il servizio di sharing mobility più diffuso in Italia ed insieme ai monopattini, ed è quello che ha sperimentato la risalita più marcata subito dopo il lock-down. I servizi attivi nelle città selezionate sono 39 (+6 rispetto al 2018). La flotta a disposizione è più che triplicata rispetto al 2015, raggiungendo circa 35mila bici. Le bici elettriche in condivisione sono 5.413 (il 15%) e di
queste il 70% appartiene a servizi free-floating, che si è rapidamente evoluto verso l’elettrificazione. Crescono verticalmente anche le iscrizioni dei cittadini (+60%), complice il massiccio contributo dei servizi free-floating (che ha modalità di iscrizione pressoché immediate).

Per quanto riguarda la percentuale di utilizzo di ciascuna bici nelle 24 ore, il valore più alto si registra a Brescia con il servizio BiciMia (un utilizzo del 2,3% equivalente a circa 1h e 20 al giorno), seguito da CicloPi di Pisa e ToBike di Torino. Sempre nel capoluogo piemontese troviamo il servizio free-floating con il valore più elevato, Movi by Mobike.
Non è stata trovata una correlazione evidente tra offerta di bici per abitante e tasso di rotazione: da questa costatazione emerge che un elevato numero di bici non sempre garantisce automaticamente il buon funzionamento del servizio.

Gli abbonamenti annuali ai servizi di bikesharing sono molto diversificati (minimo 15 € a Siena, massimo 300 € il servizio sperimentale di free-floating di Parma). Il costo di un viaggio di 20 minuti è in media di circa 1,2€ per quanto riguarda il free-floating mentre scende a 0,5€ per lo station-based.