Servizi pubblici e tariffe

La tariffazione è sempre stata una fonte di grave preoccupazione per le Autorità, per i gestori e per la pubblica opinione. Nella determinazione delle tariffe si devono infatti combinare una serie di fattori spesso tra di loro in contraddizione quali:

la  necessità di garantire l’accesso ai servizi a prezzi ragionevoli ed equi,

favorire alcune categorie di utenti,

l’obbligo di coprire in tutto o in parte  i costi di produzione dei servizi,

costruire una tariffazione che sia proporzionata ai reali consumi ed alla variabilità dei costi , facilità di pagamento ecc..

In alcuni servizi pubblici la tecnologia ha sviluppato quasi da subito i ‘contatori’ (vedi gas, acqua, elettricità e telefonia) facilitando la determinazione di sistemi di tariffazione la cui equità era universalmente accettata e di facile comprensione.

Ultimamente le relativamente nuove tecnologie digitali hanno consentito di avviare un processo di liberalizzazione dei servizi (o almeno delle imprese che li forniscono) che li rende molto indipendenti dai gestori delle reti, dando così la stura ad un vera e propria rivoluzione nelle tariffe. Oggi quasi nessuno sa cosa costa una telefonata, un mq di gas ecc. Eppure tutto questo e’ avvenuto con l’accettazione totale dei nuovi sistemi di tariffazione e senza proteste di rilievo, la ‘personalizzazione ‘ del sevizio e le nuove tecnologie hanno fatto sì che il consumo di telefono, gas, acqua ed elettricità non venga più associato ad una tariffa ‘pubblica’. Anche la sensibilità politica nei riguardi dell’acqua è più legata alla garanzia della sua salubrità e diponibilità che non al sistema delle tariffe.

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Nei servizi di Posta il vecchio sistema “a francobolli”, così simile alla bigliettazione cartacea dei servizi di TPL, sta vivendo una progressiva estinzione tra l’indifferenza generale di utenti, autorità e gestore.

Restano due Servizi ove i sistemi di tariffazione e la loro concreta applicazione non hanno trovato una soluzione adeguata alla evoluzione della domanda e delle potenzialità tecnologiche: la Raccolta dei Rifiuti ed il Trasporto Pubblico Locale.

TPL e sistema di Bigliettazione: il ‘magnetico’

I primi sistemi ‘elettronici’ di bigliettazione appaiono verso la fine degli anni 70 con l’introduzione dei biglietti con banda magnetica.

Celebre e’ il caso di Parigi (RATP) ove la dimensione del biglietto e la banda magnetica centrale vengono introdotti su larga scala nella metropoli nella certezza di farne uno ‘standard’ internazionale. Nei fatti il bigliettino magnetico di Parigi resterà un caso isolato.

Prevale infatti lo standard a banda laterale, più consono alle industrie del credito, poiché facilita la lettura nei POS (point of sale). Non e’ la prima volta in cui la proposta più avanzata ed innovativa perde il confronto con soluzioni apparentemente meno intelligenti.

Con l’introduzione del ‘magnetico‘ si può dire che prende avvio un sistema di bigliettazione che offre alle Aziende di TPL molte più possibilità commerciali e gestionali. I lettori di biglietto (Obliteratori) possono memorizzare dati che riguardano l’utilizzo ed anche alcuni dati riferibili agli utilizzatori.

Si possono così avviare processi di tracciabilità dell’utenza che consentono di ‘disegnare’ nuovi titoli (quali quelli a tempo, con interscambio ecc) oppure introdurre sistemi più efficaci contro la evasione tariffaria quali i tornelli o le porte scorrevoli in misura più accentuata di quanto non fosse possibile con il semplice cartaceo.

la Smartcard o carta a ‘microchip’

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Agli inizi degli anni ‘90 vengono introdotti sperimentalmente nei sistemi di bigliettazione del TPL dei titoli a microchip. (Smartcard  e  contactless). Seul(‘95) ed Hong Kong(‘96) sono state le prime grandi città a realizzare un sistema siffatto in modo esteso ed integrato.

L’interesse degli operatori e delle autorità in materia fu enorme. Risultò di immediata comprensione la enorme mole di dati di cui si sarebbe entrati in possesso e per le potenzialità intrinseche nella tecnologia. Caratteristiche utili per la pianificazione dei servizi, per la possibile integrazione tariffaria con operatori di altri servizi (primi fra tutti i bancari), per la progettazione di nuovi titoli e di diversi sistemi tariffari.

Con le smartcard ad esempio si può prevedere di estendere una agevolazione ad alcune categorie semplicemente ricorrendo al server centrale, evitando così lunghe code alle biglietterie, si può rinnovare un titolo al bancomat od utilizzando l’ homebanking etc, si possono emettere titoli per 30 o 40 corse , prima non possibili con i supporti cartacei fino a veri e propri borsellini di TPL con cui un utente può acquistare un determinato importo di TPL e consumarlo su più operatori e/o bacini.

Inoltre i costi di investimento e di manutenzione delle infrastrutture (obliteratori ecc) dipendono in gran parte dai sistemi meccanici di trascinamento e di scrittura dei biglietti cartacei (magnetici e non).

L’adozione dei sistemi di smarticketing tuttavia da parte delle autorità e degli operatori e’ stata alquanto lenta ed accidentata. Gli investimenti nelle biglietterie, negli obliteratori, nei tornelli e nelle apparecchiature di controllo sono consistenti e richiedono una visione di lungo periodo.

Gli attori più avveduti infatti sapevano e sanno che lo sfruttamento pieno delle potenzialità delle nuove tecnologie richiede l’adozione di Standard condivisi almeno a livello europeo. Standards che servono agli utenti per transitare su più servizi ed agli operatori di TPL per evitare di essere “catturati” da fornitori di soluzioni ‘privative’.

Fin dal principio si sono delineate due possibili soluzioni:

l’una che privilegia la ‘scrittura’ degli eventi ( obliterazioni, ricarica dei titoli,titoli di viaggio ecc) sul microchip della carta, compreso parte del sistema di sicurezza.( nei fatti un microprocessore capace anche di gestire algoritmi e crittografie di sicurezza)
l’altra che privilegia lo stoccaggio dei dati nel server centrale e richiede pertanto una carta con un microchip ‘a memoria’ ed al massimo qualche crittogramma di sicurezza. In pratica una memoria di dati che serve per fare Check-in. Le autorizzazioni, i dati del cliente e finanche le dinamiche tariffarie vengono gestite dal sistema centrale.
Le due tendenze – grazie allo sviluppo delle tecnologie e dei servizi – possono ora coesistere ed essere integrate, fornendo come vedremo più avanti prospettive interessanti in materia di marketing e sviluppo commerciale.

Standards

In Europa si affermano principalmente 2 standard – entrambi facenti parte della famiglia ISO 14443 – i tipi A e B.

Nell’ISO 14443 tipo A grande diffusione e successo hanno registrato i biglietti MIfare UL (ultralight, dotati di un chip a ‘memoria’), molto impiegati nelle soluzioni “usa e getta”, per il costo ridotto (ormai inferiore ai 10 eurocents).

L’adozione di biglietti siffatti tuttavia richiede investimenti significativi nei sistemi di back-office per combattere abusi ed contraffazioni.

Sempre di tipo A è da segnalare il successo della tipologia DESFire nell’applicazione Oystercard a Londra. Si tratta di una Smartcard dotata di un microchip “a processore” e di un proprio sistema di sicurezza.

Per le carte ISO 14443 tipo B grande diffusione hanno avuto le Calypso card, dotate di microprocessore e di un sistema proprio di sicurezza.

Utenza e sistemi tariffari

Siamo di fronte, soprattutto nelle grandi aree urbane a fenomeni che hanno modificato significativamente il comportamento degli utenti del TPL. Ai tradizionali spostamenti casa-lavoro e scuola-lavoro si è aggiunta una utenza, ormai maggioritaria di spostamenti erratici sia nei tempi che nelle destinazioni (uso 100 e più volte l’anno il mezzo pubblico ma non so quando e per varie direzioni).

Inoltre vi sono fenomeni legati al turismo, alle mostre, alle fiere ecc… che inducono una utenza numericamente notevole che e’ interessata prioritariamente ad ottenere informazioni relative al TPL, facilità di pagamento e – se si escludono i casi di Venezia e di Londra – disponibili anche a pagare qualche Euro in più pur di accedere rapidamente ai servizi. Anzi se si risolvessero questi problemi vi sarebbe ancora più utenza nel trasporto collettivo.

I cittadini sono talmente abituati alle nuove formule di pagamento dei telefonini, delle bollette del gas, della elettricità ecc… che si aspettano una buona dose di innovazione anche nelle proposte tariffarie e nei sistemi di pagamento del TPL.

Il vecchio sistema basato su biglietto singolo ed abbonamento non è più adeguato alle nuove circostanze. Mantenere in vita il vecchio sistema equivarrebbe a volere utilizzare le tariffe urbane ed extraurbane telefoniche di 20 anni fa ed applicarle ai telefonini oppure usare le tariffe usate coi francobolli per gestire la posta via email.

Smartcard, integrazione tariffaria ed interoperabilità delle carte

Con l’adozione dei sistemi di bigliettazione elettronica si e’ venuta a precisare ed in qualche modo a chiarire la spinta verso la integrazione tariffaria, che era (ed e’ tutt’ora) un cavallo di battaglia delle Amministrazioni Regionali.

Sull’esempio di quanto avvenuto in altri servizi si e’ potuto appurare che il principale interesse degli utenti consiste nella semplicità di uso, facilità di accesso alle nuove tecnologie, riduzione dei tempi dedicati alle procedure.

E’ quindi sostenibile che la prima richiesta degli utenti è la interoperabilità e la fungibilità degli strumenti di pagamento ovvero l’interesse dell’utente consiste principalmente nel potere disporre di un unico strumento (la tessera , il telefonino, una chiavetta, un orologio, un qualsiasi oggetto che contenga un microchip) su cui caricare il mio titolo di viaggio (o i miei titoli di viaggio) e solo in un secondo momento – anche a seconda delle offerte del ‘mercato’ – sarò interessato ad una tariffa integrata per più servizi, In ogni caso una buona politica di ‘sconti’, di fidelizzazione , di incentivi può essere gestita in backoffice senza necessariamente prevedere integrazioni tariffarie.

Il caso Londra-Oyster card

Può essere interessante analizzare il caso Londra, per le dimensioni dell’applicazione Oyster e per lo sfruttamento delle potenzialità dello ‘smarticketing’.

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A Londra i titoli sono sempre stati cari, rispetto al resto d’Europa e – contrariamente a quello che si ritiene – l’aumento o l’adeguamento del costo dei biglietti al crescere dei costi di gestione è sempre stata una operazione difficile e contrastata. Campagne di stampa, utenti arrabbiati, partiti che inevitabilmente si schieravano contro l’aumento ecc.. erano la norma, come ovunque del resto. Poi una intelligente formula ha cambiato le cose. Provo a spiegarlo con semplicità: la formula è  “pay as you go” cioè paghi solo se usi il TPL ed in proporzione all’uso. Semplice no?

Quanto pago? Esattamente quanto previsto dalle tradizionali tariffe in vigore. Carica 40 o 50 sterline sulla carta ed io (azienda di trasporto) ti garantisco che quando nella giornata superi il costo del giornaliero io ti applicherò la tariffa del giornaliero, quando nell’arco di una settimana tu superi il costo del settimanale ti applicherò solo il costo del settimanale, se durante il mese tu userai sempre quella linea ti applicherò la tariffa preferenziale per linea…… e così per le zone ecc.

Tutto quello che ti chiedo e’ di fare il check-in ed il check-out in modo da potere controllare in backoffice le tratte, le zone e le linee usate in modo da consentirmi di applicare la tariffa a te (utente) più conveniente.

Progressivamente l’utenza ha abbandonato i vecchi titoli e si e’ spostata su questo strumento tariffario. Infatti anche un abbonato spesso non usa il servizio pubblico per certi periodi per malattia, ferie, o perché in missione. Oppure ogni tanto deve recarsi in una parte di città solo saltuariamente, e quindi un tipo di tariffazione a consumo (paghi se e in quanto usi il trasporto) è più conveniente ed anche più facil. (infatti non devo studiare tutta la struttura tariffaria per le poche volte l’anno che mi sposto in una zona non usuale , basta che io spenda i soldi che ho stoccati nella Oyster).

Dopo 5 anni dalla introduzione della carta l’80% degli utenti ed il 90% degli introiti era gestito dalla Oyster in modalità – as you go -. Circa il 20% degli utenti continua ad usare la Travel card tradizionale legata ad un uso abitudinario e certo se gli utenti economicamente ne hanno beneficiato bisogna concludere che Transport for London (l’operatore) ci ha rimesso?

La risposta va data in modo articolato. Esattamente come è avvenuto nei servizi di telefonia la separazione del pagamento dalla tariffa (vale a dire carico 50 sterline ma non so quale titolo sto comprando) ha fatto si che nessun cittadino londinese conosca più la tariffa settimanale o il costo di una singola corsa, e questo ha consentito all’autorità di aggiornare con intelligenza le tariffe senza doversi scontrare con la pubblica opinione.In secondo luogo grazie alla Oyster l’operatore TfL ha disponibili una montagna di dati che gli hanno permesso di verificare quelle che erano semplici impressioni. Ad esempio il titolo giornaliero “2 zone centrali off peak” era utilizzato quasi esclusivamente dai turisti, la sua eliminazione a favore di “1-6 zone” non ha danneggiato i residenti ma ha raddoppiato le tariffe a carico dei turisti.

Inoltre milioni di turisti sono ora obbligati ad acquistare la Oyster e molte di queste carte restano nei portafogli di mezzo mondo con qualche sterlina non spesa.

In definitiva si e’ dimostrato che si può andare oltre il tradizionale schema tariffario, tutelare coloro che mantengono un uso tradizionale del TPL, ed applicare tariffe differenziate a seconda le tipologie di utenza e di servizio evitando le consuete battaglie ‘politiche’ .

Occorre aggiungere che nonostante il successo, o forse a causa di esso, il sistema Oyster sta per essere abbandonato.

Amex, Mastercard e Visa hanno infatti raggiunto un accordo con TfL per sostituire le Oyster card con normali tessere di credito/debito emesse da loro. Grazie alla convergenza degli standard ed ad alcuni sviluppi tecnologici le carte emesse nell’UK saranno in grado di ‘dialogare’ con gli obliteratori/tornelli della rete di TPL di Londra e pertanto si potrà accedere tramite loro ai servizi.

Per l’utente non cambia molto, in effetti si tratta di una evoluzione del sistema grazie alla convergenza delle tecnologie e degli interessi della industria dei pagamenti.

Le nuove frontiere commerciali dell’ e-ticketing

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Tra le varie possibilità di sviluppo oggi esistenti nella tariffazione la più interessante è senza dubbio quella offerta dai ‘telefonini’.

Gli Smartphone oggi contengono un microchip ‘sicuro’, la SIMcard, altre memorie embedded nell‘hardware ed inoltre i più recenti, un ‘antenna NFC capace di dialogare con lettori quali gli obliteratori di TPL utilizzando gli standard di base che abbiamo già visto per le Smartcard c-less.

Va detto che si confrontano molte alternative commerciali che coinvolgono grandi attori, quali Apple, Google, le Carte di Credito ed i giganti della telefonia mondiale. Il campo di battaglia sono i sistemi di pagamento elettronico ed il sistema dei Trasporti e’ solo marginalmente tenuto in considerazione. Tuttavia gli operatori di TPL non possono pensare di sviluppare applicazioni indipendenti, se queste richiedono grandi investimenti.

Le strade per fare migrare i sistemi di bigliettazione a bordo degli Smartphone paiono essere sostanzialmente due:

SIM-based. Il microchip di ultima generazione degli operatori telefonici e’ in grado di ospitare l’applicazione ‘ ticket di TPL’ garantendo i livelli di sicurezza fin qui raggiunti con le applicazioni Calypso e DESFire. Restano obiettive necessità di aggiornamento e/o sostituzione degli apparati di lettura dei titoli di viaggio più vecchi. Inoltre gli operatori telefonici, dovendo distribuire le SIM a livello nazionale chiedono giustamente l’adozione di standard ed architetture di sistema comuni tra le grandi Aziende di TPL, circostanza questa che favorirebbe la interoperabilità dei sistemi  e la concorrenza trasparente fra i fornitori di tecnologie. In proposito le tappe di questa convergenza sono state definite in un protocollo firmato da GSM Association e le principali organizzazioni europee di trasporto (Afinb, Cna , Uitp , VDV e ITSO. Non ancora pervenuta l’adesione delle associazioni italiane).
Non-SIMbased. Utilizzando tecniche HCE (host card emulation), oppure il SE (secure element) presente in alcuni handset. L’utilizzo del SE di per sè richiede comunque la disponibilità di un grosso operatore (google oppure il costruttore del telefonino) e quindi ci riporta alla necessità di ritagliare una fee (al pari delle varie telecoms) anche per costoro. La soluzione HCE e’ promettente per le Carte di Credito per le transazioni che richiedono il PIN, nelle applicazioni TPL ancora non offrono sufficiente Sicurezza, anche se avrebbero la virtu’ di dare luogo ad una miriade di apps, aderendo alle varie specificità locali e non richiede in linea di principio altri attori da remunerare. Si pensa tuttavia a soluzioni in cui la sicurezza viene spostata sui sistemi di controllo ed in backoffice.
Quale sia soluzione o le soluzioni che si imporranno le novità saranno enormi.

Ne segnaliamo alcune oggi semplici da immaginare:

– Una maggiore sicurezza: oltre alle tradizionali cautele previste per le smartcard, bisogna tenere presente che fino ad oggi i falsificatori di titoli di viaggio perseguivano un obiettivo economico, tramite la sottrazione o la falsificazione di migliaia di titoli e la successiva distribuzione e vendita. Tutto ciò diventa impossibile con i telefonini, la eventuale “bucatura” del sistema si presta alla delegittimazione dei gestori del sistema di bigliettazione, ma non si può immaginare, allo stato dell’arte, un sistema di vendita del titolo clonato o inventato. Inoltre il telefonino e’ molto “privato” mentre la tessera si può prestare a famigliari, colleghi ed amici.

-OTE (over the air) è l’acronimo con cui si designa un’operazione riguardante le interazioni con l’app Ticketing che risiede sul telefono. E’ così possibile ricaricare fisicamente il titolo sul telefono, una volta che si e’ pagato via bancomat  o via internet , ora e’ necessario recarsi in una biglietteria o presso un validatore possibilmente online.

-sempre in modalità OTE si può personalizzare la informazione all’utente avvisandolo di scadenze, modifiche di percorso , scioperi ecc

-si possono introdurre politiche tariffarie nuove quali gli sconti progressivi, senza dovere ricorrere alla diffusione costosa di migliaia di tessere.

-le tariffe account-based sono più facili (tramite l’abbinamento di carte di credito o di c/c col telefonino.) Dopo l’esperienza di Londra questa modalità pare la più promettente per ritagliare tariffe su misura per l’utente, garantendogli nel contempo un controllo tempestivo ed aggiornato sui consumi e la fatturazione successiva a scadenza mensile ad es. In questo caso il telefonino diviene uno strumento di accesso alla rete e la tariffa viene applicata “a consumo” , sul modello telepass autostradale.

-la diffusione di coupons trasporto per particolari manifestazioni , congressi, parchi a tema , flussi stagionali ecc. Oggi non si possono concedere biglietti scontati o preferenziali in occasioni di congressi. Poichè non c’è la certezza che gli utilizzatori finali siano effettivamente coloro per i quali si vuole fare la promozione, con le liste dei numeri di telefono si può far pervenire un link con l’applicazione ticket con una validità temporale e di uso ben determinata, evitando abusi. Analogamente si potrebbe rendere disponibile l’accesso in remoto al sistema di bigliettazione per i turisti tramite associazione con le app più affermate del settore.

-l’utilizzo commerciale e promozionale delle informazioni. Tramite autorizzazione del cliente si possono associare i profili utente alle informazioni geolocalizzate: si possono pertanto inviare informazioni in tempo reale relative al servizio, ai servizi della zona, si possono avanzare promozioni commerciali, sempre in tempo reale, disegnate sul profilo utente, sull’orario e sulla localizzazione. La stessa tariffazione può tenere conto di queste potenzialità, attualmente non possibili con le smartcard.

Queste solo alcune possibili applicazioni della bigliettazione elettronica che si stanno già immaginando oggi nel trasporto pubblico, integrandole con altri servizi ed informazioni all’utenza. Ma in realtà le potenzialità sono enormi ed arriveranno idee e soluzioni anche inaspettate che oggi nemmeno siamo in grado di immaginare.

Renzo Brunetti, esperto di trasporto collettivo ed innovazione tecnologica